Il Riccio europeo è un piccolo animale (lunghezza del corpo: 230-290 mm, peso da adulto: 400-1.100 g) con il corpo interamente ricoperto di spine corte e fitte, tranne che per una stretta striscia nuda sul collo.
Queste fungono da corazza per la difesa; infatti quando i ricci sono minacciati, si racchiudono su se stessi, grazie all’azione di due muscoli laterali, formando una vera e propria palla di spine difficile da predare.
E’ inconfondibile per la sua silhouette rotondeggiante, con il muso appuntito, gli occhi vispi e rotondi, le orecchie piccole e ovali. Le zampe sono corte, poco più lunghe davanti che posteriormente, e terminano con dei piedini provvisti di cinque dita con un alluce molto ben sviluppato e munito di forti unghia.
La coda è molto corta, celata fra le spine posteriori. La colorazione sul ventre è uniforme ma molto variabile da soggetto a soggetto. L’assenza della macchia bianca sul petto permette di distinguere il riccio occidentale da quello orientale, le due specie sono comunque distribuite in aree geografiche diverse e si sovrappongono territorialmente solo in una stretta fascia dell’Europa nord-orientale.
L’udito è sicuramente il senso più fine e sviluppato ma anche l’odorato e la vista sono utili per questi animali. In caso di pericolo emettono fischi e soffi simili a quelli dei serpenti, mentre durante l’alimentazione emettono borbotti e grugniti nasali.
Nelle Madonie è abbastanza frequente, anche se non facile da incontrare. Vive in zone boscate con vegetazione bassa, è anche diffuso in prati e campi aperti, soprattutto in zone fresche e riparate come siepi, cespugli, argini e scarpate.
Negli ambienti miti e temperati delle isole mediterranee il letargo di questo piccolo mammifero è ridotto e discontinuo mentre nelle zone continentali va da novembre a marzo. Si ciba prevalentemente di insetti, molluschi e altri invertebrati, ma può predare anche piccoli uccelli, anfibi, rettili e micromammiferi.
E’ proverbiale la sua abilità nel catturare i serpenti, comprese le vipere, che riesce ad uccidere a morsi proteggendosi con la sua corazza di spine. Questa particolare attitudine gli ha fatto guadagnare una particolare simpatia da parte della gente di campagna.
I peggiori “nemici” del riccio sono la volpe (che riesce a provocare l’apertura del riccio urinandovi sopra) e la marmora, ma negli ultimi decenni una nuova minaccia incombe su questi simpatici animali, quella delle automobili. Il riccio è infatti il mammifero selvatico più investito in Sicilia come nel resto d’Europa.