Matrice Vecchia – Gratteri

Matrice Vecchia - Gratteri

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Matrice Vecchia - Gratteri

Tale denominazione le fu data dopo la costruzione della Matrice Nuova. Infatti, risultava essere dedicata a San Michele Arcangelo e fu costruita accanto all'antico castello dei principi Ventimiglia verso la prima metà del XIV secolo.

L'interno della Chiesa è a due navate, di cui quella destra è più grande dell'altra, divise da cinque pilastri in muratura con capitelli squadrati e una base cubica più larga; la navata principale è coperta da  un'unica volta a botte, quella laterale invece da un soffitto ligneo.
Nelle pareti e nei pilastri. che separano le due navate della chiesa, vi sono appesi quattordici quadri con le stazioni della Via Crucis. Nel pavimento dell'edificio chiesastico vi sono diverse lapidi sepolcrali nelle quali sono incise delle scritte e delle date che oscillano dal 1681 alla seconda metà dell'ottocento; infatti, prima della realizzazione (1886) del Cimitero Comunale, fuori del centro abitato, le salme dei defunti venivano tumulate nelle Chiese.

Sopra il portone dell'ingresso principale vi è una cantoria lignea che ospita il più antico organo custodito a Gratteri, realizzato nel settecento. Restano le tracce di un pavimento in mattoni di cotto di forma esagonale, mentre l'attuale pavimento è in ceramica. Nella chiesa vi hanno sede le due Confraternite più antiche: quella del SS. Sacramento, sotto il titolo di San Giuseppe e quella della Madonna del Rosario.

Accanto al sacro tempio, dentro la cinta dello scomparso Castello dei Ventimiglia, sorge una torre campanaria, con una cuspide ottagonale, che ospita sette campane di diversa grandezza. Dietro l'Altare Maggiore, dove si ammira la statua marmorea della Madonna col Bambino, opera della grande scuola gaginiana, che presenta sulla base la scena della Natività di Cristo al centro e l'Annunciazione della Vergine ai lati, si trovano, i due monumenti sepolcrali in cui riposano le spoglie mortali di Maria Filangeri, moglie di Lorenzo Ventimiglia (1650), e del nipote Gaetano, principe di Belmonte (1744).

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